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Negli anni in cui ho insegnato al Liceo Classico "Palmieri" di Lecce mi è capitato di curare la formazione del famigerato Orario Scolastico, operazione alquanto ardimentosa, non tanto per le difficoltà di natura logistica -che pure c'erano- ma specialmente per le richieste dei singoli insegnanti, i cosidetti "desiderata", per avere un orario settimanale il più aderente possibile alle proprie esigenze.

Un anno mi capitò una collega di materie letterarie, con 18 ore di cattedra, che insegnava nei primi due anni del Liceo-Ginnasio, in classi che avevano massimo 5 ore al giorno. I suoi "desiderata" recitavano così: "mi raccomando Mimmo, nè prima ora nè ultima ora".

Mando a chiamare la collega e le faccio presente che con la sua richiesta verrebbe a perdere la "giornata libera" (era uso che ogni docente avesse libero uno dei sei giorni settimanali).

La mia collega, risentita mi dice: "ma come? la giornata libera mi tocca!". E io, "guarda che con la tua richiesta puoi fare solo 2a, 3a e 4a ora, cioè 3 ore al giorno. Le tue 18 ore settimanali le puoi fare così solo se vieni a scuola tutti i giorni. Appunto, 6x3=18".

E lei, imperterrita: "ma cooome sieeete, voi professori di matematica!".

"Ma ", dico io, "se non vuoi stare a scuola nè alla prima nè alla quinta ora, non riesco a darti anche la 'giornata libera'".

E lei, serafica e ammaliante: "daaai, tu puoi"... smiley embarassed