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Samarcanda NO tu NO - 2010
 

Km
Giorno Data Tappa Paesi parz. tot.
20 mar 17 ago  Alexandroupolis - Sarandé GR-AL 680 9746


Alexandroupolis: spiaggia
del campeggio all'alba

Sveglia all'alba: non voglio perdermi il chiarore del sole che sorge. Alcuni corpi avvolti in sacchi a pelo dormono ancora sulla spiaggia. Eh, beata gioventù. In mare c'è già qualche patito del bagno salutare... ma è ora di partire, non conosco gli orari dei traghetti, quindi è meglio darsi una mossa.

Smonto la tenda, carico la moto, vado alla reception a pagare la mia breve permanenza: 14,17 € tutto compreso. Mi sposto in un bar della vicina cittadina e faccio colazione. Mi rifornisco di benzina, quindi vado a reimmetermi sull'autostrada per Tessalonica (Salonicco). Saranno le 10 scarse, non dovrei avere problemi a trovare un imbarco.

La strada costeggia spesso il mare ma i panorami sono belli anche nei tratti nei quali ci si allontana. E' una strada che conosco ormai bene, quindi mi fermo solo per lo stretto necessario, per fare rifornimenti, scattare qualche foto.

Sulla strada per Salonicco

Riattraverso la Makedonia greca, stavolta non uscendo mai dall'autostrada; arrivo così a Ioannina poco prima delle 15, quando mi viene un lampo di genio (sì, ogni tanto vengono anche a me): perchè andare a Igoumenitsa a prendere un traghetto che mi avrebbe regalato soltanto una notte insonne su un ponte maleodorante? A pochi km da Ioannina c'è la frontiera albanese ed è da parecchio tempo che penso all'Albania come ad un posto da visitare, a poche ore di traghetto da casa mia. Deciso, lascio l'autostrada e punto verso Ktismata, la località greca di frontiera, distante una 60.na di km.

Man mano che mi inoltro nei monti dell'Epiro mi convinco sempre più che ho fatto un affare; la strada scorre nei boschi collinari prima e di montagna poi; sembrano foreste incontaminate. Incontro poco traffico. 

Albania, "terra delle aquile" - Primi impatti

La frontiera non è proprio bella; diciamo che stacca con ciò che la precede (e la segue, come appurerò subito dopo). Le formalità di ingresso sono semplicissime, mi basta il passaporto e il libretto di circolazione. Ma avrò subito un piccolo inconveniente: a furia di spegnere e accendere il motore, per stare dietro alla file di veicoli che subivano il controllo dei doganieri, subito dopo l'ultimo controllo, al benestare definitivo di una simpatica funzionaria vado per accendere il motore e.... cra-cra-cra. Classico: batteria a terra!

Non mi preoccupo, tanto vedo una piccola salita, spingo la moto (che fatica!) fino alla sommità, giro e ritorno indietro, ingrano la marcia e... subito finisce la discesa, troppo breve! Secondo tentativo: sono più stanco, quindi non va meglio. Sto per sgranare qualche imprecazione quando adocchio un personaggio locale e gli chiedo cortesemente un aiuto. Mi fa capire che andando più avanti c'è una discesa di molti km e non ha problemi a darmi una spintarella fino all'inizio di tale salvifica discesa. E cosi è stato. Io cammino e spingo con lo sterzo in mano, lui spinge con le mani sui bagagli. Arriviamo finalmente sul dosso e, voilà, cosa ti vedo? Un ambulante di alimenti vari. Ho così la possibilità di disobbligarmi con l'amico che accetta volentieri una birra.

Mi avvio in discesa e il motore parte facilmente. Da questo momento fino a Sarandé (Saranda) mi godo la strada e la natura che la circonda. Incredibile: a neanche 100 km in linea d'aria da casa mia ci sono le montagne! Un'osservazione stupida, se uno guarda a questo piccolo stato con una cartina davanti agli occhi; ma, vivendo in Puglia, ogni volta che capita di pensare a come muoversi da Lecce, le direzioni che vengono in mente sono  "verso Bari", "verso Taranto" e, se si vuole passare una giornata in montagna, "verso l'Abruzzo", "verso la Calabria" con almeno 350 km nel primo caso e 200 nel secondo. E' per questo che noi in Puglia non sappiamo sciare (qualcuno, sì, per la verità) e coniughiamo immancabilmente "vacanza" con "mare", difficilmente con "montagna". Ora ho scoperto che abbiamo le montagne a un tiro di schioppo... Beh, quasi; bisogna pur farsi 5 ore di traghetto, bene che vada.

Verso Sarandë

Arrivo in prossimità di Saranda e mi fermo ad ammirare Corfù. Ci sono stato in questa isola, nel mio primo viaggio "importante" con Lina su una due ruote (Hexagon della Piaggio); ma ora riesco a vederla da un'altra parte di mare.

Scopro subito che trovare un posto da dormire a Saranda nel mese di Agosto non è facile, senza prenotazione. Non che ci siano pochi alberghi, anzi. Ne ho dovuto girare una decina a nord della città per scoprire che erano tutti pieni ma ho visto anche il boom con cui stanno nascendo questi alberghi, alcuni anche lussuosi; per arrivarci bisogna spesso percorrere delle sterrate disseminate di pozzanghere talmente piene di acqua che è impossibile fare la strada a piedi; mi sono immaginato i clienti di questi alberghi quando la sera decidono di farsi una passeggiata... 


Cenetta sul lungomare di Saranda

Ritorno verso il centro della città, quasi provocatoriamente, volendo sfidare la sorte: "se non ho trovato posto in periferia, figuriamoci sul lungomare". E invece si! Anche niente male... Per chi fosse interessato: Hotel Kaonia. Mi ci ha accompagnato un poliziotto che vi abita a fianco. Quindi, pure la scorta armata...

Sistemo frettolosamente le mie cose in camera, e mi preparo a scendere ben pulito e ordinato; non voglio perdermi il lusso di guardare scorrere il passeggio davanti all'hotel, seduto in veranda a sorseggiare una birretta. Al mio tavolo si aggiungerà subito dopo un giovane locale, il cui nome in Italia sarebbe Giuseppe, desideroso di scambiare quattro chiacchiere.

Giuseppe mi racconta un po' della sua famiglia; ha un fratello in Italia, a Collepasso provincia di Lecce (ma pensa te!); anche lui è stato una volta in Italia, "bella l'Italia", ma ora è ritornato a casa sua. Parla bene l'italiano; "l'hai imparato in Italia?", "No, lo sapevo già", "??", "Sì, qui tutti impariamo l'italiano dai programmi televisivi che si prendono facilmente". Lo avevo sentito altre volte.

Chiedo a Giuseppe dove posso mangiare qualcosa di buono. Lui si offre subito di accompagnarmi, conosce il proprietario, italiano, di un ristorante italiano . Non era proprio quello che cercavo ma, comunque, non voglio essere sgarbato. Faccio per pagare le consumazioni ma lui mi blocca: siamo a casa sua e paga lui! Ci risiamo, allora non sono solo gli iraniani, cosi ospitali. Apprezzo la gentilezza e ci avviamo verso il ristorante; qui rifiuta il mio invito a farmi compagnia a cena e ci salutiamo, eventualmente ci saremmo visti dopo. Purtroppo non succederà.

Il gestore del "Ferrari - Bar Ristorante Italiano" è molto gentile; ha sposato una donna del luogo e si è stabilito definitivamente in Albania. Se la cava "nonc'èmalaccio", mi dice. Mi consiglia un antipasto e io scruto sul menu penne all'arrabbiata... è una vita... Li ordino entranbi. Non rimango deluso, l'antipasto è striminzito ma di classe, le penne sono veramente piccanti, cioè arrabbiate, appunto. Sono soddisfatto, quindi mi faccio portare pure una panna cotta, siamo o non siamo in un ristorante italiano? Chiedo il conto: 900 lek o, se preferisco, 7,20 € oppure 9,28 $. Che piacere!

La serata è bella; mi avvio verso l'albergo godendomi il passeggio sul lungomare; non c'è molta differenza fra i popoli che passeggiano sul lungomare. Belle ragazze, famigliole felici, bambini scorazzanti, giovanotti con le gambe penzoloni sul muretto... ex professori in pensione in transito dall'Iran. In albergo mi farò un altro goccetto fuori in veranda; la serata merita... e io pure.