Capo Nord 2006

Il letto di soffice muschio che abbiamo potuto calpestare per pochi passi negli inaccessibili boschi finlandesi

Tutto rispettato. Il percorso assomiglia come una fotocopia a quello finale del giorno precedente. A un certo punto ho proposto a Mario di lasciare la E75 al primo sterrato che notava (avevo voglia di vedere da vicino quella foresta che ci stava facendo compagnia da centinaia di chilometri.). Lo fa e, dopo neanche 10 metri lo sterrato finisce direttamente nella taiga! Ci inoltriamo a piedi per qualche metro, non di più, poichè diventa poco accessibile quella che dalla strada sembrava una calpestabilissima foresta!

La visita a Rovaniemi, il paese di Babbo Natale, ci delude un po’, anche per colpa nostra che, al Napapiiri (circolo polare artico, v. foto sotto, a sinistra) non riusciamo a vedere come/dove andare per Santa Klaus, nonostante fosse perfettamente indicato!

Ci accontentiamo così di fare un giro in centro, dove consumiamo uno spuntino e dove Mario rischia di farsi abbordare dai due personaggi nella foto (in basso a destra), che gli volevano rifilare chi una cioccolata chi un pacchetto di sigarette. Incredibile come riesca Mario ad attirare i tipi più strani… Comunque, ha rifiutato entrambe le offerte, gentilmente ma con decisione!

Decidiamo quindi di riprendere il cammino. Lasciamo a piedi il centro di Rovaniemi come due babbi natale (v. foto a lato), riprendiamo la moto e ci dirigiamo verso la zona di Kuusamo, scegliendo la strada secondaria 81, anziché la più comoda E63.

A noi le strade “comode” non piacciono, perché pensiamo che quelle secondarie offrano qualcosa di più interessante. In effetti, non ci troviamo pentiti; addirittura, per molti chilometri saremo costretti ad andare su un veloce sterrato!

Nelle vicinanze di Posio, come da programma, decidiamo di fermarci. Lo facciamo in un campeggio che si rivelerà uno dei più interessanti tra quelli incontrati nel nostro tour scandinavo.

Già all’arrivo dobbiamo procedere con cautela per non disturbare un concertino tenuto, per gli ospiti del campeggio, da una piccola orchestra sinfonica, composta da poco meno di una decina di elementi.

Riusciamo ad avere una hitta abbastanza gradevole; sul suo porticato si ammira un laghetto semicoperto da vegetazione (v. le foto a lato).

Dal campeggio partono diversi sentieri per passeggiate estive, che non sono altro che piste di “cross-country skiing” invernali. Dall’altra parte del campeggio si estende un grande lago, dove praticare sport lacustri, nuoto e pesca. Insomma, un bel posticino per almeno una settimana di relax.

E a completare il tutto, vi era anche un ristorante! Ci andiamo immediatamente, ordinando uno di quei piatti onnicomprensivi più birrozza di circostanza e, stavolta, ci regaliamo anche un dolce più un bicchierino di “wuooodka”, scelto solo perché non mi azzardavo nemmeno a chiedere se avessero della grappa. Dopo aver consumato il tutto, il proprietario viene spontaneamente a mostrarci una bottiglietta di grappa italiana! ...‘tacci sua.

Facciamo due passi a piedi, prima di ritirarci a dormire e scopriamo che era arrivata anche una giovane coppia spagnola, che avevamo già conosciuto prima di Capo Nord e della cui componente femminile Mario era follemente innamorato!  Perciò, chiudiamo la serata scambiando qualche parola con i giovani spagnoli, nel mio inglese, nello spagnolo di Mario e diosolosa in quale altra lingua imbarbarizzata.

Cena e Pernotto

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