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Samarcanda NO tu NO - 2010
 

Km
Giorno Data Tappa Paesi parz. tot.
8 gio 05 ago  Kaleybar - Tabriz IR 184 3759

Oggi vogliamo una giornata "soft; ci alziamo con calma, portiamo giù per tre piani tutti i bagagli, recuperiamo le moto dal parco-garage, facciamo colazione e ci avviamo tranquilli verso Tabriz ma, questa volta, preferiamo usare la normale strada asfaltata, fatta apposta per tale scopo . Alla fine, avremo percorso duecento km scarsi.

Per strada ritroviamo paesaggi magnifici; ci troviamo in un complesso montuoso con cime intorno ai 3000 m, la terra è semidesertica, le coltivazioni difficili, anche se l'acqua, per la verità, non manca.

Sulla strada da Kaleybar per Tabriz - (Click per ingrandire)
Fichissima moto dellla poliziaFichissima moto dellla polizia

Arriviamo a Tabriz intorno a mezzogiorno, perciò abbiamo quasi un giorno intero da spendere per questa città, ma ne sciuperemo una parte per trovare una sistemazione. Gli alberghi che contattiamo sono infatti tutti pieni e non abbiamo voglia di consumare tutta la giornata per trovarne uno. Alla fine sacrifichiamo parte del nostro portafogli e accettiamo una suite allo Shahryar International Hotel, per la modica cifra di 400 $ (100 a testa!), quanto spendiamo di solito in 4 giorni. Ma chissenefrega, sistemiamo i bagagli, ci ripuliamo, facciamo il bucato (e ci voleva!) e via di corsa in taxi verso il centro cittadino!

La prima visita è riservata alla Moschea Blu; il tassista lo capirà solo dopo alcuni avant'en'dré e dopo aver sentito la parola fatidica "Kabud", cioè quella giusta per loro.

Costruita nel quattrocento, la moschea divenne uno degli edifici più significativi della città, fino a quando un paio di terremoti nel settecento non l'hanno distrutta, e tale è rimasta fino al 1951, quando la città stessa stava uscendo fuori da uno stato di abbandono. La ricostruzione ha interessato principalmente la struttura dell'edificio e delle vecchie piastrelle di maiolica blu, con le intrigate iscrizioni che le impreziosivano, è rimasto ben poco; molte di quelle attuali sono infatti il frutto di laboriosi rifacimenti, intorno ad alcune piastrelle originali.

Visita alla Moschea Blu (Kabud) - (Click per ingrandire)

La prossima meta non poteva che essere il vicino Bazar, costruito a partire dall'anno 1000 e dichiarato patrimonio dell'umanità. I suoi numeri: 7 kmq (il più grande bazar coperto del mondo), 24 caravanserragli, 22 timche (corridoi con soffitti a volta). Vi si possono trovare erbe officinali e profumi naturali, cappelli (con il tradizionale papakh), scarpe, stoffe e foulard, oro argento e gioielli, cereali, frutta, carne, pesce e casalinghi, ramai, calzolai e altri artigiani, teerie, moschee, cambiovaluta... 

A zonzo nel Bazar di Tabriz - (Click per ingrandire)

Usciamo dal bazar dopo un paio d'ore (!) e ci dirigiamo verso il vicino Ufficio Informazioni Turistiche. Qui Nasser Khan, la "leggendaria colonna poliglotta dell'ufficio" (parole di lonely planet) ci allieterà con la sua dirompente parlantina ma ne usciremo soddisfatti, dopo aver cambiato un po' di valuta (con discreta convenienza fra le parti), comprato delle cartine e ottenuto informazioni.

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Ritorniamo in albergo in taxi... l'albergo è lontano dal centro! Per stasera vogliamo una cenetta speciale, scendiamo nella hall, ammiriamo la professionalità (e il fascino!) di alcune impiegate, chiediamo consigli per un buon ristorante a base di pesce e ci avviamo a piedi verso il posto indicatoci.

Non potevamo pretendere di meglio. L'ambiente è pulito, accogliente e professionale: sul tavolo, al centro della sala, ci richiama una fila di antipasti pancia_mia_fatti_capanna. Ordiniamo pesce (proveniente dal Caspio?) e io ne mangio uno arrosto che così buono non lo avevo mai assaggiato. Peccato che ad accompagnare il tutto avessimo solo... acqua, cocacola et similia.

All'uscita del ristorante facciamo conoscenza con uno strano tipo che si presenta come un manager di una certa trading corp cinese. Ma che sembriamo uomini d'affari, noi? Riceviamo ciascuno una copia del suo biglietto da visita e rientriamo nella nostra lussuosa tana.

Finiamo la serata seduti in poltrona nella hall (elegante e allietata da qualche bellezza locale), scherzando sui "successi" e sulle "occasioni mancate" nel pomeriggio, quando siamo stati avvicinati dalla componente femminile di una famiglia al completo (mamma, nonna e filglie). Più corretto dire che quello di noi che "attirava" le femmine come le mosche era Marzio... noialtri ci si divertiva a rimorchio, cercando di fare del nostro meglio.